top of page

Qualsiasi comunità umana non è il semplice risultato degli individui che la compongono. Essa è un sistema e come tale è più di x + y + z + n; è un noi che rappresenta la somma dei singoli componenti più il modo in cui questi interagiscono. “Noi” è più di x + y + z + n.

 

Il sistema è un insieme di oggetti e delle relazioni tra questi oggetti e i loro attributi.

 

Il sistema scuola è composto da: classi, insegnanti, allievi, genitori, territorio a loro volta sottosistemi, che non cessano di influenzare e di essere influenzati dagli altri oggetti del sistema anche se in apparenza agiscono separatamente.

 

L’atteggiamento di ogni singolo componente di un sottosistema  può essere collaborativo o individualista.

 

Nell’ atteggiamento collaborativo le parti del sistema convogliano le proprie energie psico-fisiche nell’attuazione di un fine e di una politica comune pur non rinunciando alla realizzazione dei propri obiettivi personali e non cessando mai di esprimere i propri valori-guida;

 

Nell’ atteggiamento individualista  disperdono o preservano energie a scapito del Noi per tutelare la propria individualità e le proprie abitudini.

 

Alcuni presupposti del pensiero sistemico:

 

  • L’interazione in un sistema è causata dalla relazione tra somiglianze e differenze

  • Ogni persona (parte del sistema) possiede le risorse per realizzare in un sistema  in modo ottimale sia la sua individualità che la sua appartenenza

  • In un sistema non puoi non influenzare. Qualunque cambiamento avvenga in una parte del sistema comporta variazioni in tutte le parti e in tutto il sistema. Questo perché

  • I sistemi sono dei complessi auto-organizzanti che cercano un equilibrio naturale. Tendono cioè all’omeostasi, vale a dire a mantenere costante la loro reciprocità con le condotte di coloro che fanno parte del Sistema.

  • Il significato della comunicazione di una parte nel sistema risiede nell’effetto ch’essa provoca. Effetto che genererà un ulteriore effetto su chi ha mandato il primo messaggio, oltre che sulle altre parti del sistema. Questa sorta di circolarità di azione fra le diverse parti di un Sistema è detta circuito di retroazione. (Es. dinamiche del tipo: marito stanco, espressione conseguente, moglie che crede lui sia arrabbiato, lui nega, è solo stanco, ma lei insiste finché arriva a esasperarlo, porca miseria, l’avevo detto io, ti conosco!! – Profezia autoavverantesi)

  • La mappa non è uguale al territorio. Ogni persona reagisce partendo dalle proprie percezioni della realtà.

  • Le mappe più efficienti sono quelle che recano in sé il maggior numero di possibilità di scelta.

  • Ogni comportamento è teleologico e contiene inoltre un’intenzione positiva radicata profondamente

  • L’evoluzione in un sistema dipende da un equilibrio nei processi di omogeneizzazione e differenziazione, di stabilità e cambiamento.

  • Non esistono fallimenti, ma solo feedback.

 

Al concetto di causa-effetto conviene sostituire il concetto di equifinalità , abituandoci a ragionare in modo cibernetico anziché in modo causale-lineare.

 

Non esiste nella realtà delle cose chi ha completamente torto e chi ha completamente ragione: il comportamento di ciascuno nel sistema è determinato da quello dell’altro, che determina una retroazione sul primo e un’influenza su tutti gli altri facenti parte. 

 

Se uno dice che è irritato perché l’altro è irritante e quindi tende ad attribuire la colpa unicamente all’altro, lo fa arbitrariamente, a partire dalla sua mappa del mondo e da un modo di ragionare lineare.

 

Ma la realtà è complessa, esistono molti livelli contemporaneamente e, se adottiamo la modalità lineare perché questa corrisponde al nostro pensiero logico, dobbiamo gradualmente renderci consapevoli che questo è un modo per noi semplice e semplicistico di analizzare le cose.  La realtà, al contrario,  è sintesi di molte cose contemporaneamente interagenti.

 

Sistema chiuso. Poco sensibile ai mutamenti esterni, governato da regole rigide e imposte in modo autoritario da chi detiene il potere. Si basa su parametri simmetrici, giusto/sbagliato, bianco/nero, facile/difficile (insegnante insensibile ai mutamenti sociali, tratta gli studenti, i bidelli, come sottoposti, i genitori come deficienti ficcanaso, e non transige sui suoi standard di valori).

 

Sistema aperto. I comportamenti sono flessibili a seconda dell’attualità e delle richieste che le circostanze variabili necessariamente impongono. Le differenze di opinione generano trattative  e compromessi  che rappresentano per tutti il minore dei mali, una parziale soddisfazione per tutti che si ravvisano come ugualmente vincitori. Il disaccordo non è interpretato come segno di ostilità, perché tutti sono d’accordo di non essere ostili, consapevoli dei presupposti di cui sopra

 

Accanto alla tendenza omeostatica (retroazione negativa) coesiste nei Sistemi una più o meno efficace tendenza alla trasformazione (retroazione positiva)

 

Non si tratta di giudizi di valore, ma di valutazioni rispetto agli obiettivi. Tenendo conto delle esigenze diverse all’interno di un Sistema, quale tendenza assicura il raggiungimento anche parziale del fine cui il Sistema tende?

Fermo restando che nei sistemi disfunzionali la caratteristica omeostatica tende a prevalere su quella trasformativa.

 

Elementi di pensiero sistemico
bottom of page